Il verde nell'Hobby

Il verde nell'Hobby

Responsabilità ambientale delle aziende

Un concetto che sta diventando sempre più importante sullo scacchiere industriale mondiale e che sta facendo capolino, in modo più o meno evidente, su tutti i mercati del largo consumo confezionato. In realtà dietro a questa definizione astrusa e complessa sta un concetto molto semplice in apparenza che però ha una forte ripercussione sul modo di fare business degli operatori economici, sul loro rapporto con il mercato, i propri lavoratori, i propri clienti e i fornitori. Valutare la responsabilità ambientale di un'azienda significa, infatti, capire come quest'ultima si sta impegnando per ridurre l'impatto sull'ambiente della propria attività, sia per quanto riguarda le performance dei prodotti, sia per tutto il processo della loro realizzazione.

Come si può ben immaginare, si tratta di concetti molto ampi che comprendono il risparmio energetico, l'uso di energie rinnovabili, la razionalizzazione dei trasporti, ma anche un miglior sfruttamento delle materie prime, l'uso di ingredienti o lavorazioni che non inquinino l'aria e l'acqua, la sperimentazione di prodotti "più verdi". Senza addentrarci in tematiche troppo specialistiche che rischierebbero di portarci fuori strada, abbiamo voluto parlare in questo forum di responsabilità ambientale delle aziende del settore hobby e creatività per due motivi principali: per raccontare quello che le imprese stanno facendo per migliorare il loro impatto sull'ambiente e per permettere a tutti di capire meglio cosa significa questo concetto applicato ai prodotti che normalmente vengono venduti dai banconi dei negozi oppure che rientrano nelle richieste del consumatore anch'egli sempre più sensibile alle tematiche legate alla salvaguardia della natura.

Sensibilità dei consumatori in rapido e costante aumento

Oramai i consumatori di tutto il mondo, in primis quelli dei paesi occidentali, stanno prendendo coscienza di quanto l'attività delle imprese abbia un forte impatto sullo stato dell'ambiente così come anche le scelte individuali indirizzate a una maggiore consapevolezza "verde" siano importanti nel bilancio ambientale globale. Ovvio, dunque, che le aziende che possono vantare una maggiore attenzione all'ambiente riescono ad avere un appeal in più sul consumatore del XXI secolo, pronto a cambiare le proprie logiche d'acquisto e a indirizzarle (possibilmente a parità di prezzo e qualità, ma questo è un discorso molto ampio da farsi) verso i prodotti verdi.

Secondo uno studio AcNieisen (società multinazionale indipendente che si occupa di monitorare i mercati e i trend di consumo in tutto il mondo) dedicato a studiare l'atteggiamento del consumatore globale verso le tematiche ambientali, emerge che in Europa l'85% dei consumatori ritiene che le aziende debbano migliorare il loro rapporto con l'ambiente: per il 44% degli europei questo aspetto è molto importante, insieme a un 41% che ritiene che sia abbastanza importante. Solo 1' l°/o dei cittadini dell'Unione europea pensa che queste tematiche non siano importanti nella condotta di comportamento dei soggetti economici. Percentuali che devono fare riflettere le industrie, anche nel settore di nicchia dell'hobbistica creativa, a torto ritenuto di dimensioni troppo ridotte per essere influenzato da questi macro trend di natura mondiale.

Già oggi il cliente potrebbe decidere di scegliere una carta rispetto a un'altra se il suo processo produttivo è più rispettoso dell'ambiente, oppure se la materia prima utilizzata è riciclata oppure proveniente da legname frutto di un abbattimento controllato. Oppure scegliere determinati prodotti di un'azienda di colori o colle che si è impegnata nel miglioramento del suo bilancio energetico, magari puntando sulla riduzione degli sprechi e sul ricorso a energie rinnovabili, solare e quant'altro e, per questo, merita di essere premiata.

L'Europa del Sud in ritardo rispetto a Nord Europa e Usa

Per molti, le azioni di questo tipo sono operazioni di facciata, buone solo per gettare fumo negli occhi di un consumatore sempre più disorientato:
preoccupazioni per lo stato di salute del pianeta coinvolgono l'88% del campione. E, a sorpresa, sono i consumatori dei paesi in via di sviluppo a chiedere alle aziende un maggior impegno. In America Latina, infatti, la percentuale schizza al 98%, mentre nell'Asia Pacifica e nei paesi emergenti, la quota di coloro che vedono nell'ambiente un punto focale per l'attività delle imprese, si mantiene comunque sopra al 90%. E se la visione dei consumatori dell'Europa occidentale e di quella orientale, differisce poco, con un'attenzione che si mantiene sempre elevata, è l'Europa del Sud a dimostrare una sensibilità ridotta rispetto ai paesi del Nord. Gli analisti di AcNieisen attribuiscono questo ritardo a una mentalità condivisa con la classe politica, troppo lenta nell'implementare politiche ambientali e sociali di un certo spessore. E, a dire il vero, guardando a quanto fatto dalle aziende italiane in questa direzione e ascoltando le loro lamentele sul grado di maturità del nostro consumatore rispetto alle tematiche ambientali, forse, non possiamo far altro che concordare.

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